Pulcinella o Pulecenella è la maschera che identifica Napoli nel mondo assieme alla pizza, ha origine arcaiche, sapete come nasce?

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Pillole di  di napoletanità a cura di Gino CampolongoPulcinella, un viaggio nella curiosità della cultura napoletana.

Vi siete mai chiesti: “ma Pulcinella (Pulecenella ) Chi è?” Orbene questa Maschera, che identifica Napoli nel mondo assieme alla pizza ed al mandolino, ha origine arcaiche. C’è chi lo fa risalire ad uno dei personaggi fissi nelle feste atellane romane col nome primordiale di Maccus, (che in latino significa sciocco e indica una persona “stupida”) un servo panciuto con naso lungo e pancia prominente nascosta da camicia larga e bianca; altri invece l’attribuiscono a Silvio Fiorillo nella seconda metà del ‘500; ma per trovare vere e sicure origini del Pulcinella così come lo vediamo oggi dobbiamo aspettare l’800 col personaggio impersonato da Antonio Petito (1822/1876).

DA POLICENELLA  A PULECENELLA

Silvio Fiorillo, compose la prima commedia su Pulcinella, ossia “La Lucilla costante con le ridicole disfide e prodezze di Policinella” (1609), si ispirò al contadino Puccio Aniello che era abbronzato, senza maschera, con naso lungo, barba, baffi e con cappello bicorno. Antonio Petito, invece, rappresentò Pulecenella esattamente così come lo conosciamo oggi.

Il Policenella di Fiorillo, che nel frattempo si era unito a importanti compagnie comiche, ebbe enorme successo nell’Europa del tempo e divenne l’antagonista di Arlecchino, altro servo ma sciocco e non furbo come lui, ed acquista il suo carattere che noi conosciamo; ma fino a che non arriva poi Petito. La sua fisionomia cambia numerose volte trasformandolo fin anche in uomo con una gobba o addirittura due, come si evince da quadri e raffigurazioni del ‘600 (Callot) e ‘700 (Ghezzi).

PULCINELLA  E IL RE NASONE

Pulcinella è stata l’unica persona che poteva prendere in giro un re. Infatti si narra che fu proprio Pulcinella alias Vincenzo Cammarano, a fine ‘700, ad attribuire a Re Ferdinando IV di Borbone il nomignolo di “Re Nasone”. La cosa divertiva molto anche il Re, suo grande fans.

IL SAN CARLINO

Nel ‘700, fu costruito a Napoli il teatro San Carlino per poter rappresentare solo le commedie con protagonista Pulcinella. Ed infatti proprio lì ebbe i suoi riconoscimenti Antonio Petito e prima di lui suo padre Salvatore e il capocomico Pasquale Altavilla.

Dopo Petito ci fu il suo delfino Giuseppe De Martino che traghettò Pulcinella del ventesimo secolo.  Altri grandi dello spettacolo hanno indossato la famosa maschera come il grande Eduardo con la sua celebre interpretazione nel film “Ferdinando I Re di Napoli” accanto al fratello Peppino (1959); il compianto a Enzo Cannavale che in un film disse la storica frase “Pullecenella nun more maje!”; e per ultimo voglio ricordare Massimo Troisi in “Capitan Fracassa”.

IL SIMBOLO DEL POPOLO NAPOLETANO

Personaggio, quello del Pulcinella, tanto amato anche dai bambini che è stato trasposto in versione cartone animato nella pellicola “Totò Sapore e la magica storia della pizza”. A Napoli oggi esiste solo un Pulcinella il caro Angelo Iannelli che tanto si prodiga anche nel sociale. Per ultimo vorrei ancora dire che a mio avviso la maschera di Pulecenella ha avuto nel tempo anche un fine sociale o meglio di denuncia sociale.

Infatti lui ha simboleggiato, e simboleggia tutt’ora, il popolo napoletano stanco dei soprusi dei potenti e dei politici, penso a tutti i Pulcinella che si sono avuti nel tempo e penso al fatto che se si svegliassero tutti insieme e guardassero la Città così come è ridotta oggi, cosa farebbero e cosa direbbero? Forse: “Comme è bell comm è bell ‘a città ‘e Pulecenella … me dispiace sulamente … ca l’orgoglio ‘e chesta gente … se murtifica ogni juorno … e nuje ce mettimmo scuorno …”

SEGRETO DI PULCINELLA

Il “segreto di Pulcinella” Io non saprei definire il vero senso di questo segreto, né saprei raccontare attraverso storie magari inventate, perché nacque. Cosa nascondeva il senso di quel “segreto” che poi tanto segreto non era?

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